lunedì 3 febbraio 2025

Lonesome Heroes, la consapevolezza è l'arma migliore per non essere divorati dalla mediocrità.

Alla luce degli otto anni di attività appena festeggiati, Norris incontra Stefano, cantante e chitarrista ritmico dei Lonesome Heroes, per fare due chiacchiere sul passato, presente e futuro della band.
 
MF: Ciao Stefano, iniziamo con la solita noiosa domanda che apre la maggior parte delle interviste ma allo stesso tempo inevitabile per chi legge il vostro nome per la prima volta. Chi sono i Lonesome Heroes?
Stefano: I Lonesome Heroes sono una band nata nel 2017, inizialmente abbiamo proposto un genere tra punk e hard rock per poi evolverci in continuazione, in realtà non ci siamo mai preoccupati di far parte di un genere ben preciso, piuttosto a seconda del messaggio che volevamo mandare in una canzone o in un intero album abbiamo plasmato il sound, ovviamente restando sempre in un range che prevedesse il rock come base. I Lonesome Heroes sono delle persone comuni che hanno la profonda necessità di raccontare la vita e raccontarsi attraverso la musica, per noi tutti sarebbe impensabile non farlo.

MF: Tutti iniziano a suonare per un motivo ma cosa vi spinge a continuare evitando intenzionalmente le lusinghe del mondo mainstream italiano che impone decisamente altre strade?
Stefano: È vero si inizia a suonare per molti motivi diversi, alla base c'è sempre la passione per la musica e per lo strumento e qualsiasi musicista cerca sempre un pubblico che lo approvi, questo è naturale finché si deve fare una scelta, seguire ciò che impone il mainstream oppure continuare per la propria strada consapevoli che difficilmente avrai mai un pubblico da stadio. Per quanto ci riguarda la musica è una cosa troppo seria e profonda per noi per renderla un compromesso, preferiamo avere un numero limitato di spettatori ma che ci seguono per il messaggio che vogliamo mandare.

MF: Due parole sui talent show.
Stefano: I talent show sono lo specchio dei tempi che corrono, una farsa abbastanza triste. E poi il concetto che ci sia una giuria che determina il valore di un'artista onestamente non ci piace. 
 

MF: Una panoramica dell'anno passato e cosa bolle in pentola per questo 2025.
Stefano: L'anno passato lo abbiamo passato a comporre la trilogia di "Astra", è qualcosa di veramente impegnativo, abbiamo evoluto il sound, scritto tantissimi brani e nel 2025 finalmente dovremmo riuscire a presentare la terza e ultima parte "Astra 3: The Final Act". Tutto questo lavoro, soprattutto la terza parte, è diventata quasi un'ossessione, ci stiamo dedicando solo a questo al momento. Abbiamo cambiato le geometrie compositive e sperimentato molto, inoltre il concept "Astra" è diventato anche una mostra itinerante in cui è stata illustrata l'intera storia dall'artista Dario Iazzetti. Il 16 febbraio a Frascati ci sarà la prima data di questo format. Quindi il 2025 per noi sarà la fine del viaggio o probabilmente, come appunto nella storia che raccontiamo, sia la fine che l'inizio.

MF: Etichetta o "Do it yourself" alla Fugazi?
Stefano: Abbiamo avuto etichette ma onestamente per il momento preferiamo autogestirci.

MF: Quali sono le band che hanno ispirato il vostro sound e quali invece le nuove leve che secondo voi meritano attenzione?
Stefano: Le band che ci hanno ispirato sono molte, iniziamo col dire che nel 2017 l'idea di fondare i Lonesome Heroes venne dopo aver ascoltato i Volbeat, il mix tra rockabilly e metal ci fece restare a bocca aperta, poi indubbiamente Social Distortion, Guns N' Roses. Abbiamo poi ultimamente delineato il tutto ispirandoci anche ai Dream Theater, può sembrare un mix di roba che non c'entra nulla ma il bello è proprio questo. Nuove leve? Probabilmente noi.

MF: Secondo voi nel 2025 c'è ancora possibilità di veicolare seriamente qualche messaggio attraverso la musica che avete scelto di proporre?
Stefano: Nel 2025 sembra che il messaggio nella musica interessi sempre meno, probabilmente colpa dei social o sicuramente di un impoverimento intellettuale architettato molto bene da chi ci vuole pecore che obbediscono al pastore, la musica per chi vuole andare contro tutto questo tutta via c'è sempre, la consapevolezza resta sempre l'arma migliore per non essere divorati dalla mediocrità. 

MF: Una serata tipo dei Lonesome Heroes sul palco. Cosa accade li sopra?
Stefano: Sul palco accade sempre una magia, stiamo insieme, contemporaneamente siamo soli e allo stesso tempo con il pubblico, difficile da spiegare, cerchiamo di trasmettere un ampio spettro di emozioni a chi sta sotto, a volte c'è anche capitato di riuscirci.

MF: Siamo ai saluti finali, avete a disposizione le ultime righe senza censura.
Stefano: Salutiamo e ringraziamo tutti coloro che negli anni e soprattutto ultimamente stanno collaborando con noi, ringraziamo Metal Fury, sempre sul pezzo. E dato che siamo senza censura, fancul* al mainstream pilotato e a tutti quei fantocci delle finte interviste, clickbait, ecc... ecc...

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