giovedì 9 gennaio 2025

Intervista agli Obscura Qalma, i progetti della band, i palchi e un dettagliato resoconto di cibo improbabile in giro per l'Europa.

Negli ultimi scampoli di questo 2024 appena terminato Ade ha intervistato gli OBSCURA QALMA. Cogliamo l'occasione per conoscerli e per tirare le somme dell'anno appena trascorso e sui primi 5 anni di vita della band.
 
MF: Ciao ragazzi, come andiamo?
Theo: Ciao e grazie per lo spazio. Direi bene. Siamo tornati da poco da una serie di date in Europa e stiamo programmando un 2025 interessante su diversi fronti.
 
MF: Prima di arrivare a cosa bolle in pentola per il futuro, io partirei dal principio. Perché vi siete formati e cosa significa il nome Obscura Qalma?
Theo: Gli Obscura Qalma nascono dalle ceneri di band precedenti, uniti dal desiderio di comporre senza preoccuparsi troppo dei generi. Partiamo da due coordinate, che sono suoni pesanti ed atmosfere evocative, e da lì cerchiamo di costruire qualcosa di nostro.
 
MF: Quindi il monicker che avete scelto, Obscura Qalma, cosa significa?
Res: È la singola particella di espressione da cui nasce tutto quello che componiamo, il momento che precede l'esplosione di energia tipico del metal. È il momento di silenzio prima dell'inizio di un concerto e l'emozione sorda che ti accompagna a dormire. La Q serve solo a dare fastidio.
 
MF: Mi raccontate come vi approciate alla composizione dei brani? 
Theo: Solitamente, a livello musicale capiamo cosa vogliamo ottenere e Sirius si prende carico della composizione. Peschiamo anche da generi lontani dal nostro e proviamo ad integrarli con quella che è la nostra proposta. Altre volte sono illuminazioni senza tanti ragionamenti a monte che arrivano a condensare una serie di idee che fino a quel momento non si era riusciti a mettere in ordine. Per quanto riguarda i testi, nascono da temi che riteniamo essere interessanti o da spunti derivanti da libri, musica, film e altro. Sia sulla musica che sui testi poi ci confrontiamo e passiamo poi a fare dei pre-mix e a provare i pezzi in sala prove per avere un'idea più completa di come suoni il pezzo.
 
MF: Perché avete iniziato a suonare? Singolarmente intendo. Quale è stata la molla, quale è stata quella band che ascoltando vi ha fatto pensare "ca**o, voglio suonare anche io!" E quale è stato il musicista che vi ha spinto a scegliere lo strumento che suonate?
Sirius: Suonavo il piano da piccolo, ma presi in mano la chitarra solo dopo aver sentito dei brani dei Deep Purple a 9 anni: Speed King, Woman From Tokio, Fireball e altre. Poi, in cerca di roba nuova in un negozietto vicino casa che vendeva solo album metal, trovai album di Dimmu Borgir, Manowar, In Flames e Burzum. Tentando di suonare quei brani a orecchio composi le mie prime canzoni semplici basate su strutture easy tipo A-B-A-B, stando chiuso in camera mia. Finché, per coincidenza, a 12 anni incontrai gente che voleva suonare musica di quel tipo insieme a me e cominciai a fare il compositore di tutte le band di amici dove mi ritrovavo. Fino agli Obscura Qalma, dove finalmente mi sento di aver raggiunto un buon livello esecutivo e compositivo. 
Theo: Per quanto mi riguarda, lo stimolo è nato passando ogni mattina davanti ad un negozio di strumenti musicali a Venezia. Credo fosse il periodo delle elementari. Da lì ho comprato i primi libri con accordi per suonare canzoni pop. A livello di band invece, una volta entrato alle superiori ho scoperto il punk e in primis i Sex Pistols. Per quanto riguarda lo strumento invece, sono passato dalla chitarra al basso per necessità, attratto però anche da personaggi come Simon Gallup ed Andy Rourke e dal loro sound distintivo.
Res: Dovevo decidere se andare a fare MMA o approfittare di una batteria in una sala prove di cui avevo le chiavi. Ho optato per la seconda e sono contento della mia scelta.
 
MF: Cosa avete in mente per il nuovo anno? Obbiettivi, progetti, idee?
Theo: Abbiamo in programma diverse cose, tra le quali alcuni 'esperimenti'. A gennaio saremo di supporto ai Necrodeath durante una delle date del loro tour di addio. Questo sarà il primo di una serie di live che ci porteranno in giro tra Germania, Svizzera, Belgio, Danimarca e dintorni nell'arco del 2025. A febbraio pubblicheremo un nuovo EP, che presenteremo per la prima volta in una libreria invece che ad un release party. Nel frattempo proseguiremo con la scrittura di un nuovo album che dovrebbe ottimisticamente vedere la luce nel 2026. Questi sono a grandi linee i progetti principali dopodiché staremo a vedere come si svilupperà l'anno e se ci sarà l'occasione di fare anche altro.
 
MF: Perché una presentazione in una libreria?
Theo: Per i testi dell'ultimo EP 'Veils Of Transcendence' abbiamo preso ispirazione in primis dalle opere di Aleister Crowley. Per questo nuovo EP, che sarà collegato a 'Veils', abbiamo pensato ad una location che collegasse le cose. Qui a Venezia c'è una piccola realtà che si occupa prevalentemente di letteratura sci-fi, horror ed esoterica e ci sembrava un luogo perfetto per la release. A loro l'idea è piaciuta molto e l'8 di febbraio saremo loro ospiti.
 
MF: Ha tutta l' aria di essere una gran figata. Quanto incide Venezia, con la sua atmosfera, sul vostro sound, sul vostro modo di comporre? L' anima di una città, la avvertite?
Theo: Qualche tempo fa ti avrei detto di più. La città ha perso parte del suo fascino creativo successivamente al sempre più imperante turismo di massa. Qualche anno fa potevi ancora perderti tra le calli e trovare l'ispirazione nei posti più impensabili. Un po' come facevano gli scrittori che si trasferivano qui in passato e come, posso immaginare, possano fare le persone che visitano Venezia per la prima volta nella loro vita. Quello che tuttora persiste è comunque tutta l'arte disseminata in città, dai musei ai palazzi. La collaborazione di cui ti parlavamo prima con la libreria è nata anche in quest'ottica: ricreare parte di quella connessione tra arti e città.
 
MF: Visto che parliamo di Arte: il vostro rapporto con l'arte figurativa e pittorica com'è? E cosa ne pensate dell'A.I. per produrre artwork et similia?
Theo: Per quanto mi riguarda sono laureato in Economia dell'Arte, mentre Sirius e Res invece sono entrambi nell'ambito creativo, lavorando con modellazione 3D e tutto quello che ci gira intorno e in più comunque siamo tutti appassionati d'arte, quindi ci tocca abbastanza da vicino. Per quanto riguarda l'AI, è un po' l'argomento del momento no? In questi giorni ho visto il mega backlash che hanno subito i Pestilence per aver detto che ricorrono all'AI per le loro grafiche, idem i Deicide qualche tempo fa. In generale, la comunità metal sembra non accettarla come qualcosa che sta comunque impattando il mondo, volenti o nolenti. A me ricorda per certi versi il fenomeno Napster/pirateria. Mentre in questo momento la categoria più colpita è quella dei grafici/pittori/artisti visuali, all'epoca lo erano tutte le band, piccole o grandi. Con l'avvento dell'AI ho la percezione che, da un lato, altre categorie abbiano raggiunto i musicisti nel fare molta più fatica a campare di quello che fanno, e dall'altro, come contraltare, permetta a qualunque band di potersi fare le grafiche del proprio album. Credo, a livello personale, che l'equilibrio stia un po' nel mezzo. L'AI, come qualunque altro strumento, è messo in mano a delle persone, che possono utilizzarlo, se decidono di farlo, in un modo oppure in un altro. Ti faccio un esempio: una copertina od un testo fatti con l'AI sono riconoscibilissimi. Una copertina dove il soggetto base sia stato fatto con l'AI e poi rimaneggiato da qualcuno che sa usare programmi di grafica, od un testo il cui soggetto sia stato ispirato dall'AI e che poi sia stato articolato da un essere umano, sono differenti. Quello che voglio dire è che, magari in futuro non sarà così ma attualmente le competenze di chi maneggia lo strumento devono comunque essere di un certo tipo. Non basta scrivere 2 righe su ChatGpt per avere un risultato di livello. L'AI non ha impattato solo il mondo della musica e intorno ad essa si sono formate figure professionali come quella dei prompt engineers; si è creato quindi un insieme di competenze che permettono di ottenere risultati diversi da chi usa l'intelligenza artificiale con meno metodo. Grafici e disegnatori che hanno inglobato queste nuove competenze ce ne sono in giro e a quanto ho visto sono pure molto ricercati. Credo che poi il giudizio finale rimanga nelle mani di chi usufruisce della musica, al quale rimarrà la scelta di poter continuare a supportare o meno band che scelgano di lavorare con l'AI.
 
MF: Parliamo ora del versante live. Come vi ponete nella questione "Basi si/no/dipende da come/dipende da cosa?
Theo: Per quanto riguarda i nostri live sono piuttosto essenziali, avendo in base tutto ciò che è legato alle orchestre, ed avendo poi tutto a metronomo, luci comprese. Credo si possa fare un discorso analogo a quello sull'AI: la discriminante è l'uso che se ne fa, e il modo in cui poi reagisce il pubblico. Per dire, tempo fa avevo letto una discussione sul temam se non ricordo male riguardante gli Sleep Token, dove il terreno di gioco era: "basi dal vivo no, perchè voglio sentire cosa la band è effettivamente capace di  suonare" VS "con quello che pago di biglietto, più roba c'è, meglio è". 
 
MF: Arriviamo al nocciolo. Cosa è per voi la musica, e chi ve lo fa fare?
Theo: E' un bisogno principalmente. Sentiamo il bisogno fisico di suonare, di suonare dal vivo, di creare cose. Personalmente, mi prende bene creare uno spettacolo e andare in giro per il mondo e vedere come il pubblico lo accoglie. Per me è abbastanza win-win dato che adoro pure viaggiare. Vero che poi finisci per vedere solo il locale e il kebabbaro aperto alle 3 di notte, ma va bene così, eh eh. 
 
MF: Dimmi i peggiori kebabbari in cui siete stati.
Theo: Non mi sentirai mai parlar male dei santuari che ci sfamano in orari improbabili, per me sono tutti buoni. Menzione particolare per il wrap kebab piccante di 2 metri che ci hanno fatto recapitare i ragazzi dell'ArtBar di Brno.
 
MF: Un panino di due metri?
Theo: Mai come in quel caso un'iperbole si è avvicinata alla realtà, ah ah ah.
 
MF: Res invece che ne dice? Avventure a orari improbabili in pizzerie di dubbia etica?
Theo: Ti dico solo che quando hai fame, anche una pizza slovacca con gli spicchi d'aglio a pezzetti sopra è nouvelle cuisine.
Sirius: Ma comunque la situazione sta migliorando. Ricordo il nostro primo tour dove suonammo in dei locali assurdi, uno pieno zeppo di ritratti di polli e galline affissi sui muri dove ci si offrì un pentolone di verdure km zero, fatte in casa, ma quasi velenose ed in 6 riscontrammo problemi nei giorni successivi. Il giorno dopo fummo obbligati a cenare con Goulash e non ci avrebbero fatto fare il soundcheck se non avessimo finito il piatto. Ricordo un Res particolarmente alterato che in due violente cucchiaiate ingurgitò il piatto è comincio a fare il soundcheck al doppio dei bpm. Per non parlare delle colazioni in locali che odoravano di mozzicone e salami stagionati male. Poi il cibo in verità era tutto buono, ah ah. Quindi anche se a volte "i modi" sono differenti da quello che ci si aspetterebbe il cibo è sempre stato ottimo. Tranne quella specie di yogurt e lardo rosa in dispenser che trovammo in Bosnia a colazione, non ebbi il coraggio, secondo me era un test.
Res: Res apprezza dal profondo del cuore lo sforzo che il mondo fa per rispettare la cucina italiana. Il tentativo è sempre apprezzato, la mia positività non verrà abbattuta da un cracker con pomodoro ed emmenthal dipinti sopra chiamato "pizza".
 
MF: Signori, siamo giunti al momento dei saluti, e dei buoni propositi.Dite quello che volete a chi ci legge.
Res: Tutto brucia, tutto finisce. Il tempo è un invenzione. La pizza ed il caffè portateveli da casa.
Theo: Grazie per lo spazio Ade. Sul sito della band ci sono le date aggiornate del prossimo tour. Ci vediamo in giro.
 

Obscura Qalma - sito ufficiale

Metal Fury - Facebook 

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