giovedì 24 luglio 2025
Testimoni di un tempo che sta inesorabilmente passando.
giovedì 24 aprile 2025
Due chiacchiere con gli Ikitan a pochi giorni dall'uscita di "Shaping The Chaos".
Nell’ultimo anno in particolare siamo stati impegnati nella produzione del prodotto finito. Luca è non solo il chitarrista degli Ikitan ma anche ingegnere del suono e si è occupato lui di registrare, mixare e masterizzare il disco. Ora stiamo seguendo le fasi promozionali e di produzione fisica del disco. Tutte cose “invisibili” ma che nella vita di una band indipendente e autoprodotta hanno un loro peso e che occupano molto tempo. Ma è anche una parte molto divertente e gratificante, oltre a quella più prettamente musicale.
Da allora è stato un susseguirsi di cover band, progetti originali, band estemporanee e un sacco di persone e situazioni più o meno divertenti, con un focus sempre più spinto sul creare qualcosa di mio in contesti anche molto diversi tra loro. L’incontro con questi ragazzi invece avviene su Facebook, con un annuncio su un gruppo per musicisti genovesi (a chi legge l’arduo compito di capire quali 2/3 sono liguri e quale terzo è sardo). Ci siamo intercettati nei mesi appena precedenti l’inizio della pandemia, era settembre 2019 mi pare, e da lì boom, eccoci qui: ci siamo fregati!
I primi video su TMC2 (o MTV?) attorno a quegli anni, con l’uscita di album quali Mondi Sommersi dei Litfiba, Earthling di David Bowie e Nine Lives degli Aerosmith, hanno contribuito a farmi vedere “dal vivo” cosa volesse dire stare su un palco e suonare la batteria.
La modalità di composizione “classica” per gli Ikitan fin qui è: lunghe improvvisazioni in sala, registrate con un telefono in sala, e poi si va a lavorare di fino per creare arrangiamenti e strutture che ci soddisfino appieno. Alcuni brani, oggi come per il primo EP, hanno richiesto più dedizione, altri sono un po’ più “ready to go” e non si discostano tantissimo dalla loro prima esecuzione.
La differenza fondamentale è che “Twenty-Twenty” era un unico brano di 20 minuti e 20 secondi con alcuni temi che si ripetevano all’interno della suite, mentre in “Shaping The Chaos”, pur mantenendo lo stesso approccio emozionale e strumentale, i brani sono a se stanti e di durata inferiore.
martedì 1 aprile 2025
E' il momento di conoscere Niel, progetto solista di Daniele Salsini.
Due chiacchiere con Niel, progetto solista di Daniele Salsini, lontano dai lidi grunge che hanno caratterizzato i suoi primi anni di attività ma forse non così tanto. Ne parla con il nostro Ade.
MF:
Quali
sono le coordinate musicali su cui ti muovi? Dove c'è il limite per
te? Per quanto uno sia libero di fare ciò che vuole, c'è un limite
tra ciò che gli piace e ciò che non farebbe mai.
Niel:
Musicalmente parlando prendo ispirazione da gruppi che variano da
Nirvana ai Rammstein ai Bad Religion ma non seguo nessun modello in
particolare e questo si sente in OscenaMente. Per quanto riguarda la
libertà di scrittura sono molto pungente, provocatorio e senza mezzi
termini. Non prendo ispirazione da nessuno nel modo in cui scrivo. Ma
cerco di esser sempre rispettoso e non offensivo. Poi se nel testo
tratto un certo argomento e c'è da mandare a fanc**o
qualcuno lo faccio. Ma perché sarebbe ipocrita non farlo in quel
contesto. Una cosa che credo non tratterò mai nei miei testi è
sicuramente la politica.
MF:
Eh,
li i vaffanc**o si sprecherebbero.
Niel:
Di sicuro non me li risparmio.
MF:
Come
e perché hai iniziato a suonare?Chi è stato a fregarti?
Niel:
Ho iniziato nell'ormai lontano 2000. Nel mio piccolo paesino della
provincia di Lucca tutti erano discotecari, ma mi sono sempre sentito
molto a disagio in quel contesto. Poi un amico un giorno mi fece
sentire una compilation punk e i Nirvana. Di lì capii che quella era
la mia strada. Insieme al mio migliore amico, presa confidenza con il
rock, fondammo a fine 2000 gli Unnamed, una band grunge. Da quel
momento non ho più potuto far a meno della musica e di suonare. Un
amore, anche se turbolento, senza fine che davvero mi ha salvato il
culo nel percorso della mia vita. Oggi ho 44 anni e non suono ne per
gloria o per sogni di fama, ma come cito spesso ho solo un
fottutissimo bisogno di fare musica per sentirmi vivo. È
l'unica valvola di sfogo che conosco.
MF:
Ti
è mai successo di odiarla la Musica? Anche solo per brevi periodi
eh, ma ti sei mai sentito come se fosse di troppo nella tua vita,
come un elemento di disturbo continuo, un mormorio costante che non
cessa mai e rischia di farti perdere il senno?
Niel:
Questa è una bella domanda. No. Non ho mai odiato la musica. Ho
avuto alti e bassi. Mi è mancata nei momenti in cui non l'ho
fatta.
Ma,
semmai, ho odiato e spesso mi succede ancora di odiare tutto quello
che gira intorno alla musica. A partire dal sistema, tutti quelli
che chiedono soldi anche solo per recensire un disco o entrare in
qualche playlist di "presunti" ascolti. Mi è
capitato di odiare chi non ascolta musica e poi si lamenta che non
c'è mai nulla di nuovo e esce di casa solo per andare a vedere la
cover band di turno. Queste cose sono quelle che a volte mi hanno
fatto pensare ma che suono a fare? Poi la risposta è un po come ho
detto prima, lo faccio perché mi fa sentire vivo. Una volta un
conoscente mi chiese "Come mai continui a fare musica,
nonostante l'età e che ormai sai che non potrà essere un lavoro?"
Io semplicemente risposi con "prova a smettere di respirare,
non puoi farlo volontariamente". Ecco perchè continuo a fare musica.
MF:
Si,
la quantità di parassiti intorno alla musica fa schifo anche a me.
Senti mai la frustrazione di sentire, vedere, che quello che stai
proponendo, buona parte di te, intima e privata, che metti a nudo, ti
viene chiesto di trattarla come una scatola di fagioli? Etichette,
marketing, finzioni varie e una parte della tua anima venduta sugli
scaffali come una merce di consumo qualsiasi?
Niel:
Ormai, negli anni ho raggiunto una consapevolezza abbastanza ferrea.
Ho fatto il callo su certi atteggiamenti, richieste, proposte. Certo
che alcune cose danno sempre fastidio. Ma a questo punto della mia
"esperienza" conoscendo bene gli sciacalli della musica,
cerco di guardare oltre e puntare più sui benefici che posso
ottenere, che sulla parte "malata". Poi essendo totalmente
autoprodotto e indipendente ho modo di scegliere, decidere
autonomamente per la mia musica.
MF:
Visto
che abbiamo toccato il tema nella sua accezione negativa, ora parlami
di tutte le persone per bene che hai incontrato invece. A volte è
meglio spostare il focus su questo, altrimenti si rischia di vedere
tutto nero. In
questi anni, con chi hai collaborato e chi ha contribuito in qualche
modo al tuo percorso?
Niel:
Fortunatamente, anche se poche, in questo percorso musicale di
persone fondamentali, buone e vere ne ho trovate. Partendo dal mio
compianto migliore amico Emanuele con il quale iniziai a fare musica
con gli Unnamed nel 2000. Insieme eravamo un unico pilastro, un
supporto reciproco. A lui è dedicata Angelo
Dal
Cielo Grigio, primo singolo che ho pubblicato con Niel. Nel corso del
tempo ho trovato poi grande supporto dall'amico Stefano Giambastiani
degli Acid Brains, che mi ha incoraggiato a cedere e buttarmi in
questo progetto solista. Ci sono altre due persone davvero
fondamentali per me in questo percorso. Davide e Pamela dello Studio
Meda Sound dove ho registrato sia IntimaMente che OscenaMente. Oltre
ad essere persone professionali, competenti nel loro lavoro sempre
pronte a farsi in quattro e disponibili sono grandi amici e senza di
loro Niel non esisterebbe oggi. Quindi per questo posso ritenermi
fortunato e tengo conto più di questo lato buono che di quello
oscuro.
MF:
With
a Little help from my friends cantavano i Beatles. Mi puoi parlare
del primo singolo che uscirà il 19 aprile?
Niel:
Frankenstein è una bomba di energia suonata a 200 bpm. Un pezzo che
incarna il mio lato punk rock nei ritornelli e nella linea vocale, ma
con un basso più "metal". Parla di chi si sente diverso,
scomodo, non a suo agio in questo mondo finchè non trova energia,
vitalità e voglia di vivere nella musica. Ho pensato a me
stesso quando ho scritto il testo, come spesso accade. La parte
strumentale come tutte le mie canzoni nasce dal mio istinto. Non
studio mai un pezzo a tavolino. Compongo d'istinto poi chiaramente
apporto modifiche la dove non mi soddisfa.
MF:
Niel
è un progetto one
man band.
Hai collaborato con qualcuno per OscenaMente o è tutto tuo?
Niel:
Si! Ad esempio in Lady Tossica, traccia 8 dell'album, c'è al basso
Marianna dei Dora Maar e alla chitarra solista Lorenzo dei Cane Di
Goya. Persone e musicisti che stimo molto. Poi non essendo un solista
ho chiesto a Davide dello Studio Meda Sound di curare gli assoli in
più canzoni.
MF:
Per
portare dal vivo la tua musica come fai?
Niel:
Basi su PC, scheda audio collegata al mixer poi canto e suono la
chitarra sopra le basi. Un po come fosse una band, solo che parti di
basso, batterie e tastiere sono pre-registrate.
MF: Dimmi i 5 dischi che ti hanno cambiato la vita.
Niel:
Bleach dei Nirvana, Dirty dei Sonic Youth, Mutter dei Rammstein,
Superfuzz
Bigmuff dei Mudhoney, A Sangue Freddo de Il Teatro degli
Orrori.
MF:
E
i cinque artisti che non sopporti.
Niel:
Te ne dico uno che vale per cinque. Non sopporto ne alla vista ne
all'udito, nemmeno leggere qualcosa che riguardi i fratelli
Gallagher. Anche per altri non simpatizzo come Axel Rose ma li
tollero. Mentre per quel duo ho proprio un forte rigetto. Se li
passano in un locale esco fuori anche se diluvia o fa meno 40
gradi.
MF:
Eh,
quelli fanno quell'effetto a molti. Siamo in chiusura Daniele, di
quello che vuoi a chi ci leggerà.
Niel:
Vorrei ringraziare te Ade per questa intervista, ma anche per
l'impegno che metti ogni giorno per promuovere "gente" come
me. Poi un ringraziamento lo faccio a tutti quelli che provano,
cercano e sono curiosi di scoprire nuove realtà indipendenti.
Ricordate che per chi fa musica ai miei livelli il vostro supporto è
fondamentale, è il motore che ci dà la spinta per non essere dei
fantasmi. Fatemi sapere nel bene o nel male cosa pensate della mia
musica. Ciao e grazie da Niel.
sabato 1 marzo 2025
Intervista a G. E. F., Giuseppe Emanuele Frisone per gli amici.
G.E.F.: Non era il mio primo inverno qui perché già sono venuto a Helsinki varie volte prima di trasferirmi, quindi in qualche modo ero già preparato a quello che mi aspettava. Bene comunque, anche se è stato un inverno insolitamente "caldo" per gli standard di Helsinki. Generalmente a gennaio-febbraio si è stabilmente intorno ai -15°, mentre finora non abbiamo mai toccato quella temperatura ma siamo sempre stati stabili a pochi gradi sotto lo zero. Diciamo che il tema del riscaldamento globale forse è più evidente a queste latitudini che in Italia.
G.E.F.: Ah ah non ne dubito. Qui c'è un freddo più secco che lo rende più sopportabile, ma comunque ci si abitua. Per il resto direi bene, la vita prosegue con i soliti impegni oltre la musica, ma alla fine al di là del clima non vedo poi enormi differenze rispetto all'Italia, alla fine siamo pur sempre in Europa. In ogni caso, sommando tutti i pro e i contro penso che il tenore di vita qui sia buono e che sia stato giusto per me fare questo passo.
G.E.F.: Sì, diciamo che ho parecchi progetti attivi al momento. Il più conosciuto di questi è Thecodontion, una band death metal sperimentale con temi incentrati su paleontologia e fossili con cui abbiamo pubblicato diverse cose negli anni e a breve rilasceremo una compilation del nostro primissimo materiale, pubblicato dall'etichetta messicana Chaos Records. La scorsa estate siamo stati anche per la prima volta in tour all'estero, insieme alla band prog/death inglese Atvm, con cui abbiamo suonato in Finlandia, Estonia, Lettonia e Lituania. Al momento non abbiamo altre date previste, anche a causa del mio trasferimento, ma sicuramente la band resterà attiva quantomeno in studio.
Il progetto su cui mi sto concentrando di più al momento è Clactonian, una band black/death metal che tratta sempre di preistoria ma con un focus sugli uomini primitivi e in particolare sul Paleolitico. Abbiamo debuttato lo scorso anno con un demo, peraltro premiato come uno dei migliori demo del 2024 dall'importante rivista americana Decibel Magazine. Nei prossimi mesi uscirà anche il secondo demo e attualmente sono al lavoro per assemblare una formazione live di base qui a Helsinki (sebbene la formazione studio si divida tra Finlandia e Italia): l'obiettivo è esordire dal vivo entro il 2025.
Ci sono anche altri progetti musicali su cui sto lavorando attualmente, tra cui una nuovissima band sempre sulla preistoria (stavolta sul Neolitico) ma su coordinate stilistiche più vicine a un death/doom oscuro e dissonante, e spero finalmente di finalizzare il primo album di Atlantic Ridge, un progetto atmospheric black/doom metal che condivido con Jacopo Gianmaria Pepe dei Bedsore. Infine, ho anche messo su una mia personale etichetta discografica chiamata Prehistoric Sounds, che servirà da "raccoglitore" per i miei progetti secondari e che utilizzerò principalmente per pubblicare la mia musica su cassetta. Queste sono le cose più importanti, diciamo che di carne al fuoco attualmente ce n'è parecchia.
G.E.F.: Partiamo dal presupposto che non sono uno che avversa le tematiche tradizionali nel black metal e nel metal estremo in generale (quindi satanismo, occultismo, anticristianesimo, blasfemia e annessi e connessi), anzi, molte delle band che preferisco sono legate a temi simili. Al tempo stesso, però, sentivo il bisogno di percorrere strade meno battute e cercare di esprimermi attraverso tematiche un po' meno classiche. Non credo comunque che la storia antica e la preistoria siano poi così "strane" come tema principale per una band estrema, anzi. Credo che parlare di periodi storici oscuri e lontanissimi da noi, con sottotemi come rituali preistorici, religioni ancestrali, o ancora la vita selvaggia nel Paleolitico, o la descrizione di giganteschi animali oggi estinti, beh, secondo me sono tutte cose molto "metal". Penso che la cosa fondamentale sia esprimere attraverso la musica un'atmosfera che sia coerente con le tematiche di cui si parla, almeno questo è quello che mi piace fare e che continuerò a provare, ricercando soluzioni diverse ma con una coesione di fondo.
G.E.F.: Ah ah, diciamo così! No scherzi a parte, il fatto che le cose si siano sviluppate in questo modo è abbastanza casuale: inizialmente il tema della preistoria era confinato ai Thecodontion, poi siccome con quella band abbiamo mutato sonorità avevo nostalgia di un sound più crudo e intransigente. Clactonian nasce più che altro per quest'ultima necessità, il fatto di incentrarlo tematicamente sugli uomini primitivi è stato per dare una sorta di continuità a quanto avevo fatto con la mia band principale. A quel punto, ho pensato che sarebbe stato coerente avere una sorta di trilogia di progetti a tema preistorico, e così ho pensato anche di dare vita a un terzo gruppo con temi simili (ma stavolta sul Neolitico, quindi cercando di avere una sorta di progressione cronologica): per quanto riguarda quest'ultimo progetto stiamo registrando un demo che vedrà la luce probabilmente quest'anno.
Per il resto, io canto (o meglio, urlo) e compongo sia musica che testi, ma non suono altri strumenti. Suonicchio anche il basso, non abbastanza bene da suonarlo attivamente in qualche band, ma ne ho sufficiente comprensione in modo da poter scrivere brani. Devo dire che mi piacerebbe imparare a suonare qualcosa in modo decente perché non mi sento abbastanza completo, magari a un certo punto riuscirò a ritagliarmi il tempo necessario. Però anche imparare a gestire le tecniche vocali estreme richiede impegno e fatica nell'apprendimento, e credo che tante volte molti sottovalutino questo punto (se si vuole "urlare" bene, s'intende).
mercoledì 19 febbraio 2025
Chemistry-X is back in town!
mercoledì 12 febbraio 2025
Ponte Del Diavolo, riflessioni sul passato, progetti per il futuro e l'ardua scelta tra essere Prince o Freddie Mercury.
Kratom: Tutto bene, il tempo fa schifo.
Abro: Io oggi doppio turno a lavoro, cuoco vegano.
Abro: Tirando le somme, direi che siamo molto soddisfatti di come abbiamo lavorato e dei risultati ottenuti in questo tempo. E' uscito tutto molto naturale e spontaneo. Il cambio di line up direi che non ha modificato il nostro mood, anzi ci ha dato maggiore voglia e spinta.
Abro: Quello di Lanzo vicino Torino dove si andava di notte da piccoli a fare i true evil e di giorno a fare il bagno.
Abro: Una specie, si.
Abro: C’è tantissimo. Oserei dire che senza Torino non sarebbe esistito questo progetto, abbiamo più di un debito nei suoi confronti.
Abro: Più di una persona sentendo "Demone" ha detto Dio fá suona proprio torinese. E mi pare anche "Un bacio a mezzanotte", parlo musicalmente.
Erba Del Diavolo: Si, si musicalmente anche secondo me "Un bacio a mezzanotte".
Erba Del Diavolo: Non lo so, non parlo di luoghi, non mi è mai venuto in mente di farlo. Parlo molto di non luoghi. Spesso lo stile di scrittura può ricordare qualche band punk torinese ma forse i temi trattati sono diversi. Non lo so, forse è una domanda da rivolgere a chi ci ascolta.
Erba Del Diavolo: Nel testo di "Demone", la prima traccia di Fire Blades, c’è la risposta.
Abro: É stato tutto davvero molto istintivo e naturale. L’unica cosa che ha richiesto un minimo di ragionamento è stato l’utilizzo dei due bassi direi.
Abro: Entrambe, spartizioni delle parti e diverse equalizzazioni, di norma uno dei due bassi è più grosso e lavora sulle frequenze basse, l’altro a volte si crede una chitarra.
Abro: Non proprio. Quel basso che crede di essere una chitarra resta comunque al servizio del pezzo e quindi deve sempre rendere conto alla chitarra, che nonostante la nostra disposizione particolare, é quasi sempre lei a lanciare il tema o la melodia centrale del pezzo.
Abro: Grazie. Sì a livello di equalizzazioni credo che possiamo e dobbiamo migliorare ulteriormente, soprattutto i due bassi nel dettaglio, in futuro sarà più marcata la cosa, questo anche grazie all’ingresso di Kratom, il nuovo secondo bassista e Dano il nostro sound engineer.
Abro: Si. Il mese prossimo registreremo il secondo disco e stiamo chiudendo altri festival per il prossimo anno.
Abro: Non troppo. Credo sia la conseguenza naturale di Fire Blades, forse la parte post punk è un po’ più marcata, inoltre stiamo lavorando come anticipavo prima all’aspetto dei due bassi per far sì che proprio questo aspetto sia più marcato.
Kratom: Da quando ho memoria di esistere direi.
Abro: Se intendi come musicista, ero in vacanza in Sicilia con la mia famiglia avevo 15 anni e la febbre a 40 con visioni annesse, tra queste c’ero io che dovevo portare da qualche parte il basso di Steve Harris, quando mi sono svegliato ho chiesto a mia madre di regalarmi un basso.
Kratom: Ci ho anche dedicato la mia tesi di laurea. Alla musica intendo.
Erba Del Diavolo: Intorno ai 5 anni quando i miei genitori mettevano i Queen facevo finta di essere Freddie Mercury e mi immaginavo sul palco con il microfono, di nascosto ovviamente. L’ho sempre voluto fare e voglio farlo ancora ora. Intendo essere Freddie.
Kratom: Freddie Mercury maestro illuminato di vita.
Abro: Come ascolti direi anche io verso le elementari con i Queen.
Erba Del Diavolo: Vorrei essere anche un po’ Prince in realtà. Avrei voluto essere anche Lindemann ma dopo gli ultimi avvenimenti ho cambiato idea.
MF: Prince vorrei esserlo anche io.
Abro: Io gli 883, dei primi 2 dischi, 3 dai.
MF: Quando c'era Repetto a scrivere i testi.
Abro: Esatto.
Kratom: È una domanda un po’ illegale questa sui 3 dischi, sappiamo bene che non esiste una risposta assoluta.
Abro: Tre é davvero difficilissimo, comunque, Disintegration dei The Cure, The dark side of the moon dei Pink Floyd, Powerslave dei Maiden, Sabbath bloody sabbath dei Black Sabbath, Bergtatt degli Ulver. Odio molto Coldplay e Radiohead, adesso ascolto The Kilimangiaro Dark Jazz Ensemble, Manowar e Moderat.
Erba Del Diavolo: Marijuana libera.
Abro: Addio e grazie per tutto il pesce.
domenica 9 febbraio 2025
Lasciate a casa giubbotti di pelle e borchie oggi. Arriva Hawk.
Testimoni di un tempo che sta inesorabilmente passando.
Ozzy Osbourne e ancora prima Ronnie James Dio, Jon Lord, Alvin Lee, Freddie Mercury, Lemmy, Eddie Van Halen e tanti altri che sono andati vi...
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Ade è atterrato in ciociaria per fare due chiacchiere con una band che si è appena affacciata nel panorama musicale ma che ha tutte le cart...